PROVINCIA - Nessuno muore finché vive nel cuore di chi resta, una frase di Sant’Agostino che Laura Poggiani, nipote di Manrico Ducceschi, il comandante partigiano Pippo, a ha citato sui social raccontando l’emozione per l’incontro con “Cappuccetto Rosso”.

Nome di battesimo: Bruna Benvenuti, una signora di quasi 88 anni che abita a Casabasciana nel comune di Bagni di Lucca, dove, durante la guerra, ragazzina di setto-otto anni, in questa casa, la stessa dove vive adesso, incontrò in quegli anni difficili Pippo, uno dei comandanti partigiani più importanti della Toscana.
Bruna, che non difetta certo di memoria, quei giorni, che momenti difficili, che lei dice sono stati brutti e belli, se li ricorda alla perfezione ed i suoi ricordi li ha voluti raccontare alla nipote di Ducceschi di cui aveva appreso dell’esistenza grazie ad un servizio della nostra emittente. Decise allora che voleva raccontarle di Pippo e di quei giorni a Casabasciana e così è stato nei giorni scorsi, grazie anche alla nostra redazione.
Laura Poggiani, che cura le memorie di Manrico Duccheschi che ha racchiuso nel suo libro “Il comandante Pippo” (Tra le righe libri), ha anche appreso alcuni particolari inediti. Sapeva che Pippo era stato sposato dal parroco del paese con Renata Bartolozzi a mezzanotte, in tutto segreto, ma non sapeva che la casa era quella della famiglia di Bruna e che Manrico e Renata passarono la loro prima notte di nozze nel letto della camera dove ora dorme Bruna e che era dei suoi genitori.
Bruna ha raccontato a Laura quella nottata; dei frequenti incontri con Pippo e la sua squadra a cui portava di nascosto da mangiare oltre alle informazioni che si raccoglievano in paese sui movimenti dei tedeschi; tanto da meritarsi dai partigiani, affettuosamente, il soprannome di Cappuccetto rosso, per non essere facilmente individuata con il suo nome se qualche informazione fosse trapelata ai fascisti.
Ha raccontato questo e tanto altro, emozionata e felice di poter rivivere con una discendente di Pippo quei momenti. E di lasciare a lei l’eredità della sua, preziosa, memoria di quei giorni.