Balneari, ok del Mef agli indennizzi: la parola ora al Consiglio di Stato

Balneari, ok del Mef agli indennizzi: la parola ora al Consiglio di Stato

Federico Conti

di Federico Conti

A quasi tre mesi dall'approvazione del decreto attuativo che dovrà disciplinare le aste delle concessioni è arrivato il via libera da parte di viale XX Settembre. Ma il testo, ancora blindatissimo nei contenuti, attende il parere dei giudici amministrativi per evitare nuove soprese in tribunale

E’ arrivato il via libera del Ministero dell’Economia e delle Finanze al decreto indennizzi per i balneari. Ma i contenuti restano blindatissimi e i tempi per l’entrata in vigore del provvedimento – che farà partire definitivamente le evidenze pubbliche – sono ancora incerti.

Il testo del decreto attuativo, disposto il 31 marzo in scia al Dl Infrazioni del settembre 2024, dopo l’ok del Mef arrivato nei giorni scorsi deve passare adesso dal Consiglio di Stato, interpellato dal Governo come organo consultivo per assicurarsi che il provvedimento resti in piedi e non venga disapplicato al primo ricorso come avvenuto molto spesso in passato per altre misure simili. Così spiegano fonti vicine alla Lega e al Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini che, nei mesi scorsi incontrando i balneari del SIB Confcommercio, aveva anche annunciato di voler redigere una bozza dei bandi di gara per la riassegnazione delle concessioni. Su questo sta lavorando in questi mesi il tavolo aperto dal Ministero con le Regione e i Comuni.

I tempi però, dicevamo, restano incerti. Ma pare chiaro che un eventuale via libera dai giudici del Consiglio di Stato non arriverà prima di settembre. Per fine estate o inizio autunno potrebbe essere pronta anche il modello operativo di bando  e a quel punto i Comuni non avrebbero più ragioni di aspettare oltre nel mettere all’asta gli stabilimenti balneari. Pochissimi quelli che lo hanno già fatto in Italia. In Versilia l’iter è stato solo formalmente avviato da tutti i Comuni, compresi quelli apuani, ma nella sostanza è tutto fermo in attesa che da Roma sia fatta chiarezza sulle procedure da seguire e su come quantificare l’indennizzo e il cosiddetto “equo compenso” per chi dovesse perdere il bagno all’asta.