CALCIO D - E' un rebus la composizione dei prossimi gironi di Serie D per la stagione 2025/2026, in particolare dopo le decisioni della Covisoc sulle domande accettate e respinte di C che inevitabilmente influenzano la Serie D - per i meccanismi di riammissioni e ripescaggi (iscrizioni dal 4 al 10 luglio) e, soprattutto, perché si tornerà ai gironi (9 )a 18 squadre e non più come accaduto finora con raggruppamenti anche a 20 a seconda delle esigenze.
la LND dovrà inventarsi qualcosa perché la classica suddivisione piemontese-ligure (A), lombardo (B), tosco-emiliano (D) e Triveneto, stavolta non regge. Facciamo la conta delle forze in campo: al nord (con un po’ di centro) 26 formazioni della Lombardia (record assoluto), 8 della Liguria, 8 del Piemonte, 1 del Trentino, 15 del Veneto, 3 del Friuli, 11 in Emilia Romagna e ben 14 in Toscana. Liguria e Piemonte insieme ne mettono a referto 16 e quindi ne servirebbero altre 2. Senza dubbio le 26 lombarde faranno un girone tutto loro, ma ne rimangono fuori otto per completare il secondo e quindi, anche qui, potrebbero scendere in Emilia perchè il Triveneto (Veneto-Trentino-Friuli) completa un girone da solo (anzi, una è in eccesso). Le 14 toscane e le restanti romagnole potrebbero da sole il girone D (quello del Tau lo scorso anno) dove potrebbe finirci proprio il Ravenna. Da non dimenticare, infine, che in zona ci sono anche 7 formazioni delle Marche, mentre le 6 abruzzesi e le 2 molisane appaiono decisamente destinati a raggruppamenti del centro Italia. Insomma, la conta e la preponderanza del grande Nord è curiosa e imporrà delle scelte, tutto sta nel vedere come verranno dislocate queste formazioni in quanto il criterio “geografico” potrebbe anche subire variazioni. E allora potrebbe tornare d’attualità la divisione delle 14 sorelle del Granducato con le nostre magnifiche quattro (Camaiore, Seravezza, Ghiviborgo e Tau Altopascio cui non dispiacerebbe però rimanere nel D) che dopo qualche anno potrebbero ritrovarsi anche nel girone A con una parte delle liguri e delle piemontesi. Ma tutto può ancora accadere.