PROVINCIA DI LUCCA - A dirlo è la Coldiretti Toscana. Abbondanza anche in Alta Versilia, Garfagnana e Lunigiana. Decisive le piogge di agosto.
Un incremento del 40% su tutto il territorio regionale. Dal Mugello alla Lunigiana, dalla montagna pistoiese alla Garfagnana fino all’Alta Versilia. È la stagione delle castagne, l’ultimo dei frutti estivi arrivato al momento clou del suo periodo di raccolta. A dirlo è la Coldiretti Toscana, sulla base dell’analisi dell’Associazione Nazionale Città del Castagno. Un’abbondanza che non si vedeva da una decina d’anni, secondo i castanicoltori, frutto di un clima favorevole e la giusta quantità di piogge di agosto, nel momento più opportuno della maturazione dei ricci.
La Toscana può sfoggiare ben cinque produzioni a denominazione di origine: tre per le castagne e due per le farine, tra cui la Farina di Neccio della Garfagnana e la Farina di Castagne della Lunigiana.
“C’è un ritorno potente alla castanicoltura. Tanti giovani e tante imprenditrici sono tornati nei boschi per recuperare e valorizzare i castagneti, molti dei quali abbandonati, trasformando quella che era una coltura legata alla sopravvivenza delle popolazioni in un volano economico turistico, enogastronomico e sociale. – spiega Letizia Cesani, Presidente Coldiretti Toscana – La multifunzionalità, voluta da Coldiretti, è lo strumento che ha permesso di dare una lettura moderna al nostro settore permettendo anche alla castanicoltura di andare oltre la sola produzione e la trasformazione in farina e prodotti alimentari derivati permettendo ad aziende agricole ed agriturismi di esplorare nuove opportunità soprattutto in ambito turistico e didattico. Esperienze sempre più ricercare dai turisti e dalle famiglie: un modo diverso e al passo con i tempi per vivere il bosco, apprezzare i suoi frutti e sostenere le aree interne”.
La stagione molto positiva è stata favorita dalle piogge generose di agosto che, come per l’esplosione dei funghi, è stata molto utile alla fruttificazione dei castagni. La conferma arriva dall’associazione Città del Castagno nella sua analisi che parla di una “grande fioritura dei castagni in primavera seguita da una buona allegagione che ha permesso la formazione di tanti ricci”. “Condizioni ben diverse dalla siccità estiva del 2024 che aveva favorito, al contrario, la caduta a terra dei frutti con conseguente riduzione delle quantità. Sia per le castagne che per marroni si prevede dunque una buona produzione, scarsità di bacato e attualmente mancanza di marciume gessato (Gnomoniopsis castanea)”.
La buona produzione di quest’anno non chiuderà purtroppo, come sempre più spesso sta accadendo, le porte del nostro mercato alle castagne straniere provenienti da Turchia, Grecia, Spagna e Portogallo. Ragione per cui Coldiretti Toscana è tornata sugli scudi chiedendo di difendere un settore già molto fragile dalla concorrenza sleale aumentando l’intensità dei controlli sull’origine delle castagne messe in vendita in Italia per evitare che diventino tutte, incredibilmente, tricolori una volte finite dentro le cassette. Ancora peggiore è – spiega Coldiretti Toscana – la situazione dei trasformati, per i quali non vi è l’obbligo di etichettatura di origine e per le farine di castagne che, non avendo un codice doganale specifico, non è neppure dato a sapersi quante ne vengano importate.
