Lucca - In Corte di Assise a Lucca i testi del pubblico ministero hanno ricostruito nel dettaglio i fatti della notte tra l'8 e il 9 settembre. Il colpo letale fu il primo, ma non il più violento.
Lei il video non l’ha guardato. O quanto meno, non ha girato la testa verso il monitor dove, in apertura di udienza in Corte d’Assise a Lucca, sono state mostrate davanti a un aula gremita, le immagini riprese dalle telecamere di video sorveglianza in via Coppino, la notte tra l’8 e il 9 settembre del 2024. E’ tornata in aula venerdì mattina Cinzia Dal Pino, l’imprenditrice viareggina imputata per omicidio aggravato per aver investito 4 volte e ucciso con il suo suv Nourdine Mezgoui, il senza tetto marocchino che l’aveva appena borseggiata. Attraverso i racconti dei testi chiamati dalla Pm Sara Polino sono emersi alcuni dettagli finora sconosciuti di quella notte. Come quello riferito dalla titolare del ristorante dove cenò Dal Pino prima dell’omicidio: “Quando è venuta a restituirmi l’ombrello ha tentato per due volte di passarmelo attraverso il finestrino, ma il vetro era alzato. E’ stata una mossa strana, le ho dovuto dire io di abbassarlo” ha raccontato la ristoratrice. O ancora quello che è emerso dalla testimonianza della Polizia Giudiziaria, che la mattina del 9 settembre, all’indomani dei fatti, intercettò Dal Pino non nella sua abitazione né a casa della figlia, ma mentre si trovava in chiesa, al Campo D’Aviazione. Nei dettagli delle cause della morte di Mezgui è entrato invece il medico legale Stefano Pierotti, che ha attribuito il decesso alla rottura dell’aorta a livello della 2 vertebra lombare, causato dal primo impatto quello fatale. Non il più violento, come ha spiegato l’ingegner Fabio Bernardini, raccontando che il colpo più forte fu il terzo, in parte attutito dalla colonna del negozio davanti al quale si consumò la tragedia, e che “l’inseguimento” durò circa 30 secondi. Tanto trascorse da quando Dal Pino accese il suo suv, parcheggiato nella zona della Pesa, a quando investì Mezgoui, cinquanta metri più avanti, in direzione mare, su via Coppino. La donna percorse la strada a circa 35 chilometri all’ora. Davanti alla vetrina di Cantalupi, visto il borseggiatore, frenò, sterzando sul marciapiede e colpendo l’uomo con la parte anteriore sinistra del sud, con una forza di circa 200 chili. Una ricostruzione molto dettagliata, effettuata incrociando i video di almeno 5 sistemi di sorveglianza e i dati della scatola nera dell’auto dell’imputata.
