CARRARA - La decisione, se confermata, vanificherebbe mesi di pianificazione.
Una vera e propria crisi istituzionale si è aperta in Toscana sul futuro del ciclo dei rifiuti. Al centro della contesa, il progetto di biodigestore da 52 milioni di euro previsto per il Cermec di Massa-Carrara, che Reti Ambiente ha momentaneamente deciso di “sospendere”. La decisione, se confermata, vanificherebbe, mesi di pianificazione. Nell’immediato ha prodotto una risposta trasversale e forte da tutto il territorio provinciale.
L’allarme sull’investimento strategico è stato lanciato nei giorni scorsi da PD e CGIL. La risposta interna è arrivata con l’assemblea dei lavoratori, dove il presidente Lorenzo Porzano ha rassicurato i dipendenti che non ci saranno licenziamenti, ma ha confermato come la partita strategica sia ormai esclusivamente politica. L’assessore di Massa, Marco Mercanti, presente all’assemblea, ha definito il progetto “defunto, morto e sepolto”, accusando Reti Ambiente di favorire impianti di privati.
Il dibattito ha subito assunto una dimensione regionale. Da Peccioli è giunto il comunicato del sindaco Renzo Macelloni che ha difeso l’impianto Al.Be e ha criticato il territorio apuano per il suo “ritardo decennale” nella programmazione. La risposta istituzionale definitiva, che ha alzato la posta, è arrivata dal Sindaco di Massa, Francesco Persiani. L’Amministrazione si è dichiarata sconcertata per la sospensione appresa ufficialmente solo il 10 novembre. Un atto “grave e ingiustificato” si legge nella nota di Persiani che ha minato la credibilità degli impegni assunti.
Il punto di rottura è netto: il Comune di Massa ha annunciato che non sussistono, al momento, le condizioni per proseguire nel percorso di adesione a Reti Ambiente. L’adesione sarà ripresa, ffano sapere dall’amministrazione comunale di Massa, solo a fronte di garanzie formali, sostanziali e vincolanti sulla realizzazione del biodigestore. Il destino dell’investimento strategico e la permanenza della Provincia in Reti Ambiente sono ora in bilico.
