di Antonio Amatulli, psicologo
Viviamo in tempi che dire impegnativi è dire poco. Una guerra vicina, un virus con cui stiamo imparando a convivere, lo spettro di una crisi economica, ad esempio, sono fattori particolarmente preoccupanti per tutti noi.
Aver paura, in queste situazioni, è quasi normale e, sicuramente, è umano.
Ma anche se è umano, è utile viverla? Dipende.
Dipende da quello che ci fa fare. Ci fa scappare, restare immobili o arrabbiarci con il primo che capita? Non ci è utile.
Ci obbliga ad assumere uno sguardo razionale sulle situazioni che ci circondano, in modo tale da prepararci ad ottenere il miglior risultato possibile? Ci è utile.
Nel primo caso occorre rendersi conto di quanto la paura ci stia imprigionando. Ed occorre impararla ad agire come nel secondo caso.
E come si fa?
Con un po’ di esercizio, diviso in alcuni step (e se non bastasse, chiedendo aiuto).
Il primo step è l’accettazione della paura: riconoscere che abbiamo paura di un qualcosa. Della guerra, della crisi, della fame, delle malattie, etc.
Il secondo step è imparare a distinguere i pensieri “guidati dalla paura” da i pensieri “guidati dalla razionalità”. Di solito rimanere paralizzati pensando al peggio è un comportamento guidato dalla paura, avere chiari i propri obiettivi nonostante l’incertezza e riorganizzarsi per mantenerli, è un ragionamento guidato dalla razionalità.
Il terzo step è la gratitudine. Occorre ricordarsi per cosa possiamo essere grati (la salute, una casa, le amicizie, la famiglia, essere in vita, tutto quello di cui possiamo esser contenti). Con la gratitudine nel cuore è più facile sviluppare la speranza affinché le cose migliorino, tenere lontana la paura E avere le forze per tenere duro in questi tempi incerti.
E’ importante fare tutto ciò perché l’alternativa è essere a tu per tu con la paura, con il rischio che ascoltare la paura porti solo altra paura. Ascoltare la razionalità ci porta a razionalizzare le situazioni spaventose e, quindi, a trovare Soluzioni per gestire anche le situazioni più estreme.
Ricorda: la paura deve essere al nostro servizio, non noi prigionieri della paura.