di Antonio Amatulli, psicologo
Ricordi qual è la prima cosa che si chiede chi pensa per problemi? Esatto. La prima cosa che si chiede è…
“E questo, come può rovinarmi la giornata?”
Dicevamo, nella scorsa newsletter che, ancor prima di sapere nei dettagli cosa sta accadendo, ci domandiamo come la tal cosa può rovinarci la giornata.
Concorderai con me che partire domandandoci cosa potrà rovinarmi la giornata non è il modo più utile, se l’obiettivo è non voler problemi
- Non lo è per noi, perché ci limita nella risoluzione delle questioni
- Non lo è per il nostro fisico, perché la nostra mente influenza, il nostro corpo
- Non lo è per chi ci è accanto, perché si trova davanti qualcuno che trova sempre il peggio
- Non lo è alla nostra mente perché la mandiamo sotto stress a causa di tutto il peggio che può capitare.
Di solito, quando pensiamo per problemi, ci poniamo anche un’altra domanda:
“Come posso risolverla nel modo più veloce possibile, così da non pensarci più?”
Che sembrerebbe una domanda intelligente, se non fosse che i modi più veloci spesso sono i più sbrigativi. Non per forza il miglior modo.
E’ chiaro, ora, cosa intendo per “Pensare per Problemi”?
Se l’unico modo che abbiamo per affrontare la vita è domandarci come quello che ci capita può rovinarci la giornata, allora sì che ad ogni problema ne arriverà un altro. Perché la differenza non starà più nel risolverli, ma nel nostro modo di pensare, che li cercherà in continuazione e li risolverà in modo sbrigativo.
Pensare per Problemi non è una cosa che facciamo sempre, ma una modalità di pensiero, più o meno comune, che quando agiamo, ci limita enormemente.
E la soluzione, qual è?
Una Soluzione, tra le mie preferite, è imparare anche a Pensare per Soluzioni.
Ad esempio, davanti ad un qualsiasi input, tra i più gradevoli e i più sgradevoli, può essere utile domandarsi:
- “E questo, che opportunità potrebbe dare?”
- “Cosa mi serve, per far sì che non sia un problema?”
- “Quali aspetti devo affrontare, per continuare a vivere i miei valori, nonostante tutto?”
- “Come posso affrontare al meglio, o evitare di affrontarlo al peggio, tutto ciò?”
Al peggio ci penseremo quando avremo informazioni chiare e complete. In questo modo il “peggio” sarà un po’ “meno peggio” e un po’ più affrontabile.
Questo non trasformerà gli eventi dolorosi in eventi piacevoli. Il dolore è una variabile della vita umana. Ma sarà un alleato per fronteggiare le nostre questioni al meglio delle nostre possibilità.
Antonio Amatulli