di Antonio Amatulli, psicologo
Alcuni modi di litigare sono rischiosi: perché anziché spegnere il conflitto, lo accendono.
Per litigare bene, occorre fare un passo diverso.
Per litigare bene, innanzitutto dobbiamo dirci cosa significa “litigare bene”: a mio avviso significa trasformare “un momento di scontro, in un periodo di pace”. Significa ancora fermarsi e trovare una soluzione che soddisfi tutti o che, per lo meno, tenga in considerazione i bisogni di tutti.
Ed ecco che per litigare bene, in modo utile, proficuo per entrambi, occorre evitare di attaccare, irrigidirsi o di assecondare. Occorre fare una cosa molto più semplice e contro-intuitiva. Occorre fare una domanda:
“Mi spieghi, come mai tutto ciò è così importante, per te?”
Questa domanda – e qualsiasi altra domanda inventiate sulla falsariga di questa, ha la particolarità di spegnere l’aggressività. Non possiamo essere troppo arrabbiati con chi ci chiede come mai è così importante per noi quello che stiamo provando.
Il clima cambia e da essere un clima da incontro di boxe, diventa più simile ad un clima da passeggiata: mite, magari un po’ accaldante, ma orientato al creare uno stato di benessere e pace.
Non basta soltanto una domanda a risolvere le litigate, ma è il primo passo. Ascoltare l’altro, fare il primo passo, sforzarsi di capire il suo punto di vista spegne il conflitto e porta anche il tuo interlocutore ad interessarsi a te.
So che in quei momenti tutto quello che vogliamo è essere ascoltati, l’interessamento alle motivazioni dell’altro è quello che fa la differenza.
Infine potresti chiederti: “ma se all’altra persona, nonostante tutto, non gli interessi quello che ho da dirgli, i miei sentimenti, i miei bisogni? Se fosse solo concentrato sui suoi? Allora occorrerà ragionare diversamente. Ma ne parleremo un’altra volta.