di Antonio Amatulli, psicologo
Se c’è una cosa che amiamo fare, è non avere problemi. Quanto ci scocciamo ad avere problemi? Tantissimo. Non solo i nostri, a volte arrivano anche i problemi degli altri, da risolvere. Quelli dei dipendenti, del capo, dei figli o di altri parenti. Siamo pieni di problemi.
Eppure sono tra le cose che, se potessimo scegliere, non vorremmo avere.
Distinguo i problemi dalle sfide. Le seconde sono situazioni stimolanti, che gratificano le nostre capacità. I problemi sono proprio… i problemi. Cose da risolvere che se non accadevano era meglio!
E quante volte ci troviamo a dire: “Basta! Per oggi non ne voglio sentire più nessuna!”? E invece continuano ad arrivare? Fortunatamente non sempre, ma a volte accade. Almeno a me, accade.
Ovviamente sto calcando la mano, sto esagerando, ma capitano veramente quelle giornate che “non finiscono più” a causa delle infinite cose da risolvere. Giornate le quali, arrivate al termine, vorremmo solo chiudere tutto e andare a dormire.
A volte sembra proprio che “problemi chiamano problemi”. Che risolverne uno, ne fa arrivare altri due.
Ed è proprio questo il paradosso del risolvere problemi: più ne risolviamo, più ne troviamo.
A volte è solo un’impressione dettata dalla stanchezza, a volte una battuta per esorcizzare le questioni quotidiane. Ma a volte è proprio così:
Più problemi risolviamo, più ne troviamo.
Di cause ce ne possono essere tante, dall’oggettivo numero di questioni lasciate in sospeso che si sono sommate l’una sull’altra, ad una organizzazione (familiare, lavorativa) che fa ricadere le responsabilità solo su di noi e quindi ci chiede di affrontarle tutte da soli.
Ma ce ne è un’altra che è la più subdola ed è la meno considerata: il pensare per problemi.
Il “Pensare per Problemi” è la capacità di trovare problemi laddove non ci sono.
Non è un semplice vedere “tutto nero”, oppure un “essere pessimista”, ma è proprio un modo di sistematizzare le informazioni esclusivamente in base ai rischi.
E’ un modo di pensare sulla carta utile, soprattutto in situazioni estremamente, ma tante volte, invece… pensare per problemi è un ostacolo a sua volta!
E come funziona? E’ una questione di domande. Pensiamo per Problemi quando, davanti ad un input, un evento, o un cambio di programma, la prima cosa che ci domandiamo è:
“E questo, come può rovinarmi la giornata?”
(- continua sulla prossima newsletter -)