Il secolare leccio di Montemagno; tra passato, presente e…futuro

Il secolare leccio di Montemagno; tra passato, presente e…futuro

Guido Casotti

di Guido Casotti

CAMAIORE - Sono state giornate di febbrile lavoro per rimuovere il secolare leccio di Montemagno caduto lo scorso 17 novembre dopo un violento temporale. Il comitato paesano si è preso a cuore tutta la vicenda per quello che era un simbolo della popolazione locale.

Quasi un funesto presagio quando il 17 novembre scorso il secolare leccio di Montemagno cadde rovinosamente a terra con tutto il suo gigantesco peso in una notte di maltempo furibondo con pioggia battente e vento fortissimo. Sappiamo poi quello che abbiamo vissuto nei mesi successivi e che ancora stiamo soffrendo per la pandemia del covid-19. 30 metri di altezza e quasi cinque di circonferenza alla base, secondo calcoli fatti proprio in queste ore dal professor Paolo Tomei dell’Università di Pisa, risalirebbe alla seconda metà del 1600 e quindi avrebbe avuto la veneranda età di circa 370 anni.

Marco Morotti è da sempre uno dei più attivi e dinamici sul fronte sociale tra gli abitanti di questo borgo posto sulle colline camaioresi e dove anche il grande Giorgio Gaber aveva trovato un angolo di paradiso. Ebbene, nel momento in cui si è deciso di rimuovere la pianta il comitato paesano ha concordato col Comune una linea guida da seguire per un progetto che guardi anche al futuro.

Evidente che per la gente del posto il leccio era… il leccio. Alla sua ombra si sono consumati storie, parole, discussioni e amori ma anche atroci dolori. Un punto di riferimento che da quel maledetto 17 novembre pare sia venuto a mancare uno di casa perchè il leccio era parte integrante della vita quotidiana di Montemagno.