L’antico rito della Croce si perpetua a San Pellegrino in Alpe

L’antico rito della Croce si perpetua a San Pellegrino in Alpe

Guido Casotti -

di Guido Casotti -

CASTIGLIONE GARFAGNANA - Un rito che si rinnova e che si ripete ormai da cinque secoli. Il primo agosto sul borgo più alto dell'Appennino si festeggiano i due santi presenti nella monumentale chiesa di San Pellegrino e San Bianco.

 

Era il 1 Agosto del 643 dopo cristo quando all’interno di un faggio secolare furono ritrovate le spoglie di un pellegrino che durante i suoi viaggi aveva deciso di fermarsi e vivere sul crinale appenninico, a cavallo tra Toscana ed Emilia Romagna. Forse si trattava di un nobile,  forse addirittura figlio del Re di Scozia. Da quel giorno per volere popolare divenne San Pellegrino dando così il nome al borgo abitato più in alto dell’appennino con i suoi 1524 metri. Per ricordare e celebrare tale evento il 1° agosto arrivano fedeli da tutti e due i versanti, di Lucca e di Modena. Molti giungono a piedi ed ogni anno è molto nutrito il gruppo di Fontanaluccia di Modena ma altri da Reggio Emilia. Nel monumentale santuario si celebre la solenne messa celebrata dal vicario generale dell’arcidiocesi di Lucca Mons. Michelangelo Giannotti con la presenza di molti religiosi provenienti da varie diocesi. All’interno della liturgia i sindaci di Frassinoro e Castiglione Garfagnana si sono scambiati i ceri in segno di amicizia e di adorazione comune nei confronti dei santi Pellegrino e Bianco. Al termine della cerimonia religiosa viene portata in spalla la nuova croce di faggio che andrà a sostituire per un anno intero quella vecchia. Una volta sostituita e dopo essere stata consacrata i fedeli si accalcano per prendere un pezzo delle sua corteggia come protezione nel nome di San Pellegrino. Anche la Croce rappresenta qualcosa di molto importante in quanto rimarrà su questo molo per tutto l’inverno fino al 1 agosto del prossimo anno quasi a proteggere i santi e tutti coloro che hanno a cuore san pellegrino.