Kme, incontro tra direzione aziendale e il coordinamento sindacale nazionale

Kme, incontro tra direzione aziendale e il coordinamento sindacale nazionale

Redazione

di Redazione

BARGA - Si è svolto a Firenze l’incontro tra la direzione aziendale Kme e il coordinamento sindacale nazionale Fim Fiom Uilm del gruppo Kme. “La situazione necessita di ulteriori impegni finanziari ed investimenti da parte della proprietà in Italia e chiarezza sul mantenimento di tutti gli stabilimenti”.

 

L’azienda ha illustrato i dati economici ed i carichi di lavoro, mettendo in evidenza che le flessioni produttive, in parte già presenti prima del Covid, si sono accentuate in presenza della fase del viru, ma che ora si stanno intravedendo leggeri segnali di ripresa. Per i sindacati, che hanno diffuso una nota a firma dei coordinatori nazionali Fim Fiom Uilm Michele Folloni, Massimo Braccini, Giacomo Saisi, permane tuttavia un importante ricorso agli ammortizzatori sociali che interessa molti laboratori nel gruppo. Tra le notizie positive, a Fornaci di Barga, i lavoratori che durante il Covid sono stati collocati a zero ore in cassa integrazione, dovrebbero  riprendere a lavorare 8 giorni al mese. Sempre a Fornaci, nel settore delle Lingottiere, permane invece un calo degli ordinativi dovuto principalmente alla crisi generale dell’acciaio.
In questo quadro, per i sindacati,  non appare ancora palese il ritorno alla stabilità produttiva. Soltanto nei prossimi mesi, spiegano i coordinatori nazionali,  si potrà comprendere se vi sarà una ripresa strutturale degli stessi. Questa situazione  necessita dunque per i sindacati di ulteriori impegni finanziari ed investimenti da parte della proprietà e chiarezza sul mantenimento di tutti gli stabilimenti.
Fim Fiom Uilm nelle prossime settimane convocheranno su queste tematiche le assemblee dei lavoratori nel pieno rispetto delle norme di sicurezza. Riteniamo – affermano le organizzazioni sindacali  – che il settore metallurgico debba risentire della massima attenzione da parte del Governo e che non vadano esclusi possibili interventi pubblici, ben sapendo che senza un piano industriale di prospettiva nessun intervento di sostegno sarebbe possibile.”