Vendita alcolici dopo le 18, Confcommercio denuncia: ” Il divieto vale solo per i bar e non per i supermarket”

Vendita alcolici dopo le 18, Confcommercio denuncia: ” Il divieto vale solo per i bar e non per i supermarket”

Redazione

di Redazione

LUCCA - Nelle ultime settimane Confcommercio ha ricevuto e sta ricevendo continuamente segnalazioni relative alla presenza di assembramenti incontrollati di persone lungo vie e piazze, in particolar modo in centro storico.

“Assembramenti senza controlli, vendita libera di alcolici nei mini e supermarket ma a pagare sono solo i pubblici esercizi”.  La denuncia viene da Confcommercio, alla luce delle diverse segnalazioni ricevute nelle ultime settimane da esercenti e cittadini del centro storico. “Il fenomeno – si spiega nella nota dell’associazione – riguarda soprattutto i più giovani e aumenta di intensità nel corso dei fine settimana. Mentre ad un pubblico esercizio, dotato di tutte le attrezzature per il mantenimento del distanziamento sociale e per il tracciamento dei propri clienti, viene impedito di poter servire ai tavoli, nelle piazze le persone si ritrovano a parlare fianco a fianco, magari senza mascherina”. “Non solo – prosegue la nota -: ci sono categorie come quella dei bar ai quali dalle 18 in poi viene vietata anche la vendita per asporto. Per impedire, spiega il Governo, la creazione di assembramenti all’esterno dei locali. Peccato che nei mini e supermarket la vendita di bevande e alcolici sia consentita fino al loro orario di chiusura, ben oltre le 18. E quindi chiunque voglia comprarsi una birra, del vino o altri alcolici può tranquillamente entrare in una di queste attività e rifornirsi. Va da sé che si tratti di una situazione a dir poco paradossale, che non frena in alcun modo la creazione di assembramenti in ordine sparso, con il solo risultato reale di colpire e danneggiare pesantemente le attività commerciali. Alcune delle quali – della serie, “oltre al danno la beffa” – di tutto questo pagano anche le conseguenze sotto forma di sporcizia, vandalismi, bottiglie spaccate o abbandonate per terra, laddove questi assembramenti si verifichino nelle proprie vicinanze, seppur non riconducibili a loro”. “Per questa serie di motivi – termina la nota – non possiamo che ribadire una volta di più come non siano i pubblici esercizi la causa del propagarsi del virus, ragion per cui torniamo a chiedere al Governo la loro riapertura completa in piena sicurezza”.