Lo strano caso del D.S. della Lucchese Daniele Deoma

Lo strano caso del D.S. della Lucchese Daniele Deoma

Guido Casotti

di Guido Casotti

CALCIO D - Archiviato un campionato disastroso con la retrocessione in serie D alla Lucchese si lavora intensamente per la prossima stagione. Intanto fa discutere e andrebbe chiarita al più presto la posizione del direttore sportivo Daniele Deoma eletto a capro espiatorio di tutto e di tutti.

 

Squarci di futuro sulla Lucchese che entro pochi giorni si iscriverà al campionato di serie D (i dirigenti lavorano alacremente per trovare tutte le coperture finanziarie necessarie) e che ancora spera (ma le possibilità sono flebili) in un eventuale ripescaggio in serie C. In questo periodo si è parlato assai (ed anche giustamente) della vicenda-stadio con presentazioni e conferenze varie, meno (quasi nulla) di vicende tecniche e di campo se non fosse per l’annuncio datato 12 giugno del ritorno di Guido Pagliuca sulla panchina della Pantera. Ma c’è un argomento che appassiona, divide e fa discutere il popolo rossonero più di ogni altro: la posizione del DS Daniele Deoma. Allora, è abbastanza chiaro che parte dell’opinione pubblica lo ha eletto ormai da tempo a capro espiatorio del fallimento tecnico di una stagione da dimenticare. Gli vengono imputate troppe scelte sbagliate ma soprattutto adesso non fare un passo indietro che vuol dire lasciare la carica di DS.

Ora, al di là del fatto che riteniamo quanto certe responsabilità andrebbero riviste e perlomeno spalmate, qualcuno forse dimentica  che lo stesso Deoma (e questa è senza dubbio un’anomalia) è anche uno dei quattro soci della Lucchese con una quota superiore al 20%. Ergo, Deoma può anche lasciare la carica di DS come ha intenzione di fare, ma rimarrebbe pur sempre all’interno della compagine societaria con un ruolo tutt’altro che secondario. Siamo altresì convinti che una buona società, che ha idee chiare e sa quello che vuole fare, deve comunque andare avanti per la sua strada, fino a prova contraria e casomai qualcuno si faccia avanti (se esiste) per fare meglio e riportare la Lucchese ai livelli che le competono. Sappiamo bene però cosa è successo negli ultimi tre lustri con altrettanti fallimenti di gente che prometteva una grandeur mai arrivata. E allora forse è il caso di adottare un antico adagio dei nostri avi che forse ne sapevano più di noi: calma e gesso. Alla Lucchese ci permettiamo invece di suggerire di fare chiarezza al più presto per evitare altri equivoci e polemiche che non aiutano in vista della stagione del rilancio e del riscatto.