Viareggio non ce la fa: Pesaro Capitale della Cultura 2024

Viareggio non ce la fa: Pesaro Capitale della Cultura 2024

Federico Conti

di Federico Conti

VIAREGGIO - Sarà Pesaro la città Capitale italiana della Cultura 2024. La proclamazione è avvenuta questa mattina a Roma in diretta social con l'annuncio da parte del Ministro della Cultura Dario Franceschini. Sfuma così il sogno di Viareggio di potersi fregiare del titolo nell'anno del centenario della morte del maestro Giacomo Puccini.

In prima fila alla breve cerimonia di proclamazione, alla presenza della giuria presieduta da Silvia Calandrelli, i sindaci di tutte e dieci le città finaliste, tra cui Viareggio, ascoltate dalla commissione lo scorso 4 marzo. Il titolo di ‘Capitale italiana della cultura’ è conferito per la durata di un anno e la città vincitrice riceve un milione di euro per la realizzazione del progetto.

Entusiasta il sindaco di Pesaro Matteo Ricci che ha dedicato la vittoria alla città ucraina di Kharkhiv, bombardata dai russi. A Pesaro i complimenti del sindaco Giorgio Del Ghingaro.  “Abbiamo progettato investimenti strutturali e iniziato un lavoro che non andrà perduto. Questa esperienza ha dimostrato che la città ha i numeri per essere al centro della vita culturale del Paese.” “Viareggio aveva tutte le carte in regola” – ha commento invece il senatore del Pd Andrea Marcucci. “È stato comunque un percorso importante, bisogna ringraziare il sindaco Del Ghingaro e la sua giunta per l’ottimo lavoro fatto.”

La candidatura di Viareggio, lo scorso anno, aveva innescato un duro scontro politico con Lucca che rivendicava di aver per prima proposto la candidatura al titolo, salvo poi rinunciare lasciando campo libero alla città del Carnevale. E proprio su queste divisioni punta adesso il dito la Lega a Viareggio, che in Consiglio aveva votato a favore della candidatura. “Del Ghingaro non ha saputo fare squadra con il territorio, creando sinergia con tutte le realtà disponibili”- fa notare il capogruppo Alessandro Santini. “Pesaro ha coinvolto tutti e 50 i comuni della Provincia, più Enti e altri soggetti, per una candidatura definita dalla Commissione “plurale”.