Ore decisive per un accordo sulle concessioni balneari: partiti divisi

Ore decisive per un accordo sulle concessioni balneari: partiti divisi

Federico Conti

di Federico Conti

Ultimi, decisivi giorni per trovare un accordo sulla riforma delle concessioni balneari: le posizioni politiche restano distanti ma senza intesa il Governo porrà la fiducia. Oggi una nuova sentenza del Consiglio di Stato conferma il no a qualsiasi proroga oltre il 2023. La Versilia del turismo col fiato sospeso.

Le concessioni demaniali marittime  restano efficaci fino al 31 dicembre 2023: oltre tale data, anche in assenza di una riforma, cesseranno di produrre effetti nonostante qualsiasi eventuale proroga legislativa che dovesse nel frattempo intervenire,  inefficace in quanto in contrasto con la direttiva Bolkestein.

Parole lapidarie, scritte oggi dal Consiglio di Stato che ha bocciato il ricorso presentato da un balneare ligure.  Una sentenza che conferma quella di ottobre e che arriva nei giorni decisivi del dibattito parlamentare tra le forze politiche chiamate dal premier Draghi a trovare un’intesa sulla riforma delle spiagge entro la fine di maggio. Altrimenti sarà posto il voto di fiducia sul testo iniziale di febbraio, quello che prevede le gare entro il 2023 e gli indennizzi calcolati solo sugli investimenti non ammortizzati.

A favore delle aste il deputato toscano del M5S Francesco Berti. “Gare, tutela ambientale e del lavoro, indennizzi per gli investimenti non ammortizzati e libero accesso al litorale. La riforma è già stata votata all’unanimità, non possiamo permetterci una procedura di infrazione e la perdita dei miliardi del PNRR.”

Agli antipodi Fratelli d’Italia. “Nascondendosi dietro i fondi del Pnrr, il governo prepara la sua 51esima fiducia piegandosi ai diktat di Bruxelles” – commenta il deputato versiliese Riccardo Zucconi. “Per il solo obiettivo di regalare le spiagge italiane alle multinazionali straniere e ai grandi gruppi, il parlamento italiano sarà reso ancora una volta marginale.”

L’incertezza totale di questi giorni ha spinto il sindaco di Forte dei Marmi Bruno Murzi a scrivere una lettera aperta al presidente del Consiglio Mario Draghi. “Un voto, imposto d’autorità, potrebbe cancellare imprese centenarie, che invece dovrebbero essere storicamente tutelate, appartenendo alla memoria di tutti noi.” – scrive il primo cittadino. “E’ a rischio il sistema turistico che faticosamente è stato costruito negli anni e che ha dato a tutti noi, anche a coloro che non hanno direttamente operato nella balneazione, la possibilità di vivere e crescere economicamente e socialmente.”

Il tempo stringe. Entro martedì 24 dovrà essere raggiunto un accordo politico per calendarizzare il voto entro il 31 maggio.