Via libera alla semina di 60mila ettari in Toscana per ridurre la dipendenza dall’estero

Via libera alla semina di 60mila ettari in Toscana per ridurre la dipendenza dall’estero

Virginia Torriani

di Virginia Torriani

TOSCANA - La deroga ai regolamenti comunitari sulla PAC consente la coltivazione di produzione agricola destinata all'alimentazione umana e del bestiame per sopperire alla mancanza di approvvigionamenti a causa del conflitto in Ucraina.

Via libera alla semina di 60mila ettari di terreni a maggese in Toscana. La deroga temporanea ai regolamenti comunitari sulla PAC per ottenere il pagamento di inverdimento (greening) è stata firmata dal Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Stefano Patuanelli per sopperire alla mancanza di approvvigionamenti a causa del conflitto in Ucraina e per contrastare il forte aumento dei prezzi delle materie prime e degli impatti su domanda e offerta dei prodotti agricoli, autorizzando quindi la coltivazione agricola destinata all’alimentazione umana e del bestiame. I terreni riammessi nella filiera produttiva si trovano principalmente in provincia di Grosseto e Siena, rispettivamente 16mila e 15 mila ettari; seguono Firenze 8 mila ettari, Pisa 7 mila ettari, Livorno 2mile e 700 ettari e Lucca mille e 200 ettari.

“Lo sblocco di 60 mila ettari di terreni nella nostra regione– spiega Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana –  potenzialmente potrebbe garantire 1,5 milioni di quintali di cereali in più. E’ un primo importante passo verso la riduzione della nostra dipendenza dall’estero dei cereali”. Coldiretti, che chiede l’estensione della deroga anche alla prossima annata agricola, il 2023, per sviluppare appieno il suo potenziale consentendo alle imprese agricole di programmare tutte quelle colture cerealicole autunno invernali come il grano duro, calcola che oggi in Toscana si producono circa 1 milione e 700mila quintali di grano duro e poco meno di 1 milione di grano tenero. Calo anche per la produzione di mais: in regione le superfici destinate alla coltivazione sono poco più di 11 mila ettari contro i 63 mila del 1982.