Carnevale 2023: le opere della seconda categoria

Carnevale 2023: le opere della seconda categoria

Massimo Mazzolini

di Massimo Mazzolini

VIAREGGIO - Musiche carnevalesche e satira politica? Era una sorta di associazione obbligata per la manifestazione viareggina fino a qualche anno fa. Oggi la satira politica, è praticamente sparita dal Carnevale visto che i nostri artisti preferiscono investigare su altri temi.

La conferma è arrivata mercoledì sera alla Cittadella in occasione della presentazione dei bozzetti. Niente satira politica tra i 9 carri grandi e niente satira politica tra le costruzioni di seconda categoria. Quintiliano, maestro di retorica e di satira, si rigira nella tomba. E’ pur vero che la politica di oggi è molto ballerina e quindi sulle costruzioni allegoriche i leader politici lasciano il posto ai grandi temi che i maestri della cartapesta sanno sviluppare molto bene. Vediamo i bozzetti dei carri piccoli.
Musk attacks è il titolo del carro firmato da Priscilla Borri. Abbiamo davvero necessità di lui per migliorare l’umanità? Si chiede il costruttore? Oppuredobbiamo temere la sua corsa frenetica alla ricerca di nuovi business. Più che temere un attacco extraterrestre, è lui che dobbiamo temere
Goodbye blue sky è il progetto firmato da Massimo e Alessandro Breschi, vincitori della passata edizione. I due chiamano in causa gli innamorati di Peynet. Un’atmosfera idilliaca , ma a turbare il quadro è un minaccioso mostro demoniaco. Ma come diceva Virgilio, l’amore vince su tutto.
Il lato oscuro di Marzia Etna e Matteo Lamanuzzi. Lo spunto arriva dalla saga Guerre stellari e vuole rappresentare allegoricamente l’eterna lotta tra il lato oscuro e quello buono dell’umanità. Egoismo, malvagità e sete di potere, sono il lato oscuro. Una realtà buona, soave e pacifica costituisce invece il lato buono
Occhio al malocchio di Carlo e Lorenzo Lombardi. Viviamo il terzo millennio, dicono i costruttori dove la tecnologia regola le nostre esistenze, ma ancora esistono usanze antiche come la superstizione. Frutto di ignoranza o fattore culturale, si chiedono?