Sfiduciato il sindaco di Massa a due mesi e mezzo dal voto

Sfiduciato il sindaco di Massa a due mesi e mezzo dal voto

Federico Conti

di Federico Conti

MASSA - Francesco Persiani non è più il sindaco di Massa. Mercoledì sera in una tesissima seduta del Consiglio comunale è passata la mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni e firmata e votata anche da una larga parte della ex maggioranza di centrodestra. Si va al voto tra poco più di due mesi.

Il Consiglio comunale di Massa ha sfiduciato il sindaco Francesco Persiani. Con 19 voti favorevoli e 11 contrari è passata la mozione di sfiducia presentata delle opposizioni ma firmata e votata anche da larghe fette della maggioranza (Fratelli d’Italia, Gruppo misto e pezzi di Forza Italia).

Termina quindi l’amministrazione di centrodestra, la prima nella storia della città, ad appena due mesi e mezzo dalle elezioni.

Durissimo lo scambio di accuse e veleni in una sala gremitissima di cittadini, soprattutto sostenitori del primo cittadino. I consiglieri fuoriusciti dalla maggioranza hanno definito il sindaco “un uomo solo al comando”, sordo alle richieste della città e delle forze politiche. Sindaco e giunta hanno accusato di tradimento gli ex alleati responsabili di una fine anticipata e “incomprensibile” di una amministrazione “che ha ben lavorato”.

E dunque nelle prossime ore a Massa arriverà per la prima volta un commissario prefettizio col compito di traghettare il Comune fino alle urne, che si apriranno il 14 e 15 maggio. 70 giorni di una campagna elettorale che si annuncia caldissima.

Quella di mercoledì sera è stata una resa dei conti in casa centrodestra, paralizzato da mesi di fibrillazioni, esplose dopo le elezioni politiche con l’exploit di Fratelli d’Italia che ha di fatto candidato a sindaco l’assessore ai lavori pubblici Marco Guidi (segretario provinciale del partito, dimessosi cinque giorni fa e assente in Consiglio alla sfiducia). I vertici di Lega e Forza Italia invece hanno confermato il sostegno alla ricandidatura di Persiani che chiudendo il suo intervento in aula ha detto: “Questo non è un addio ma un arrivederci”.