In calo l’export provinciale, Cgil: “Segnali recessivi. Serve attenzione delle forze politiche”

In calo l’export provinciale, Cgil: “Segnali recessivi. Serve attenzione delle forze politiche”

Redazione

di Redazione

PROV. LUCCA - Presentati gli ultimi dati sull'export provinciale, pubblicati da ISTAT ed estrapolati dal Gruppo dati e ricerche della Cgil Lucca. La flessione maggiore riguarda il comparto "cartario” con 727 milioni di euro che, dopo la performance positiva del secondo semestre 2022, registra un calo vicino al -10%.

Cala l’export in provincia. Nonostante gli alti tassi inflattivi che hanno caratterizzato l’ultimo periodo, il Gruppo dati e ricerche della Cgil di Lucca evidenzia una flessione, sia pur lieve, nei valori correnti, segnando -2,4% rispetto al semestre precedente. La stasi del mercato non riguarda tutti i settori merceologici, ma interessa in particolare due comparti significativi per l’economia del territorio: il “cartario” con 727 milioni di euro che, dopo la performance positiva del secondo semestre 2022, registra un calo vicino al -10% e la “meccanica per cartiere”, che con 377 milioni di euro segna una variazione negativa del -27,7% nel 1° semestre 2023 rispetto al semestre precedente.

In calo  i comparti “gomma e materie plastiche” (– 5,2%) e quello delle “apparecchiature elettriche e non elettriche di uso domestico” (-0,3%). leggera flessione per il comparto “estrazione e lavorazione del marmo”, che segna -4,9%  nel 1° semestre 2023 dopo la consistente crescita del semestre precedente (+20,3%). Discorso a parte per la cantieristica che, comunque, ha dei cicli di lavorazione, consegna e fatturazione lunghi, e quindi un andamento da valutare in una prospettiva almeno annuale e che con 503 milioni di euro si colloca in seconda posizione e cresce del 27,5% sul semestre precedente. La “farmaceutica”, sia pure con importi assai inferiori, è l’unico tra i settori presi in esame in crescita negli ultimi due semestri, rispettivamente del 27,7% e del 13,3%. In ripresa nell’ultimo semestre dopo un calo nel precedente troviamo anche “alimentari e tabacco” (-17,9% e +4,3%), “calzature e abbigliamento” (-16% e + 21,6%) e “metallurgia” (-29,4% e + 7,8%).