Viareggio: condanne confermate, ma per definire le pene si torna in Appello

Viareggio: condanne confermate, ma per definire le pene si torna in Appello

Federico Conti

di Federico Conti

ROMA - La Corte di Cassazione ha confermato le condanne per gli imputati della strage di Viareggio, ma ha rinviato alla Corte di Appello di Firenze la rideterminazione delle pene per l’applicazione delle attenuanti generiche.

I giudici della Suprema Corte hanno rigettato tutti i ricorsi presentati dai 14 imputati, già condannati per disastro colposo, ma non hanno messo la parole fine al processo. Per la terza volta torneranno di fronte ai giudici fiorentini per quantificare le pene. Per Mauro Moretti, ad delle Ferrovie nel 2009, erano stati decisi cinque anni di reclusione. Tuttavia non sconterà nessun giorno in carcere avendo superato i 70 anni di età.

Entro 90 giorni saranno depositate le motivazioni della sentenza. Dopodiché la Corte di Appello dovrà calendarizzare la prima udienza. A Firenze torneranno oltre a Moretti e Michele Mario Elia – all’epoca ai vertici delle ferrovie italiane – anche gli imputati tedeschi. Dovranno essere ricalcolati gli anni in carcere applicando le attenuanti generiche che erano state applicate nella sola riduzione di un nono. Per l’altro impuntato di spicco delle Ferrovie, Vincenzo Soprano (ex Ad Trenitalia), la sentenza è definitiva e dovrà dunque presentarsi in carcere nelle prossime ore.

La lettura del dispositivo è arrivata intorno alle 21 dopo una lunghissima attesa e quasi sei ore di Camera di Consiglio. Per i famigliari delle vittime si tratta di una vittoria a metà. “Le condanne nella sostanza rimangono ma non siamo ancora di fronte ad una sentenza definitiva” – ha commentato a caldo l’avvocato Tiziano Nicoletti. “In pratica, le condanne sono confermate, ma bisogna stabilire ancora di quanti anni.”

Amaro il commento della difesa di Mauro Moretti. “Siamo delusi per il limite dell’annullamento con rinvio e insoddisfatti dell’esito conclusivo del processo” – ha affermato l’avvocato Ambra Giovene che ha ribadito come negli atti del processo non sia emersa la responsabilità di Moretti.