LUCCA - La nota del presidente Stefano Grassi dopo l'arrivo del -14: "In questa vicenda non si è mai pensato al coinvolgimento di Investcorp. Il debito sportivo è risultato 2 o 3 volte maggiore rispetto a quello dichiarato fino a qualche giorno fa"

“Ci proveremo fino in fondo, ma è improbabile che si possa riuscire in questa impresa”. Si può riassumere così il comunicato a firma di Stefano Grassi, presidente di Affida srl, che rompe il silenzio dopo giorni concitati in casa Lucchese. Una nota che arriva dopo una vera e propria stangata che a questo punto rischia di interrompere il piano “Affida” per il salvataggio della Serie C. Sono ben 14 i punti di penalizzazione che la Lucchese dovrà scontare durante la prossima stagione. Una decisione a dir poco pesante quella presa dal Tribunale Federale Nazionale, che ha sanzionato il club rossonero per una serie di violazioni di natura amministrativa. Una penalizzazione che tutti si aspettavano visto i mancati pagamenti da parte di Benedetto Mancini, ma si parlava di una sanzione dai 6 ai 12 punti. La penalizzazione cita addirittura -14 punti e adesso si complica ancora di più il piano per il salvataggio della gloriosa Pantera.
Stangata Lucchese: 14 punti di penalizzazione per la prossima stagione
Ora c’è da capire come si evolveranno le operazioni, che stanno andando avanti dietro le quinte, per cercare di far rimanere la Lucchese in Serie C. Nella giornata del 26 maggio c’è stato il primo contatto tra il curatore fallimentare Claudio Del Prete e Affida srl, l’azienda lucchese che da quasi due mesi sta lavorando al salvataggio del club rossonero. Affida ci ha messo la faccia anche in tribunale con la presenza di Stefano Grassi e Gabriele Nencini, ma la situazione nel frattempo si è complicata ulteriormente e ora gli ostacoli sono diventati tre: oltre alla mazzata dei 14 punti di penalizzazione, c’è ancora da capire a quanto ammonta di preciso il debito sportivo che, secondo Grassi, “è risultato 2 o 3 volte maggiore rispetto a quello dichiarato fino a qualche giorno fa”. Il tempo per concludere positivamente l’iter, inoltre, è sempre meno. La scadenza per l’iscrizione al prossimo campionato, infatti, è fissata al 6 giugno. Tutte le speranze sono risposte in Affida, ma è tutto da vedere se il piano andrà: Grassi ha anche dichiarato che in questa operazione non si è mai pensato al coinvolgimento di Investcorp, il fondo del Bahrain, e che dal territorio non sono arrivate risposte concrete per quanto riguarda gli sponsor e quindi aiuti economici per sostenere il progetto.
Insomma, una corsa contro il tempo che si imbatte contro un altro scoglio. Il piano B si chiama Ghiviborgo per ripartire dalla Serie D, ma anche qui le incognite sono molte e c’è anche da superare la concorrenza del Viareggio.
Il comunicato integrale a firma di Stefano Grassi
“Poichè leggo da una settimana che c’è molta confidenza nella nostra manifestazione di interesse che – lo ripeto – è sempre stata tale e non si è mai, almeno per adesso, evoluta in qualcosa di ulteriore, non avendo avuto né il tempo né gli strumenti sui quali poter fare una valutazione imprenditoriale approfondita, preferisco – contrariamente alla mia indole – uscire allo scoperto e comunicare la realtà della situazione, che è davvero molto ardua. Abbiamo sostenuto la Lucchese negli ultimi 4 anni, da quando Mario Santoro, Bruno Russo, Gabriele Baraldi e altri vecchi amici mi contattarono per essere uno dei tanti sponsor del progetto Lucchese 1905. Alle spalle di Affida, riferimento del settore dell’intermediazione del credito, c’è – da due anni – un fondo importante a livello internazionale, che già in passato, come noto, aveva tentato di entrare nel mondo del calcio: erano notiziate su tutti i principali giornali sportivi di qualche anno fa le trattative con prestigiose società della massima serie. Tuttavia in questa vicenda che riguarda la Lucchese non si è mai pensato al coinvolgimento di Investcorp, sebbene ovviamente la nostra capogruppo sia sempre stata informata e ci sostenga in ogni iniziativa“.
“A proporci un coinvolgimento è stata l’amministrazione comunale con la quale abbiamo avuto molteplici incontri nelle ultime settimane che si sono molto intensificati nei giorni più recenti. Abbiamo instaurato un rapporto di seria e reciproca cooperazione per cercare prima di tutto di comprendere la reale situazione in cui versava la società Lucchese 1905 e di smarcare tutte le possibili strade percorribili per addivenire ad un salvataggio. Purtroppo ogni volta che abbiamo cercato di intraprendere una via d’uscita da questo labirinto ci siamo trovati sempre di fronte una serie di ostacoli. L’acquisto delle quote di una società la cui gestione dell’ultimo anno, ma direi anche quello precedente, è stata a dir poco incerta se non dubbia, è stata scartata immediatamente per ragioni piuttosto ovvie e scontate. Fino a poche ore fa avevamo solo informazioni e report parziali non aggiornati la cui attendibilità era tutta da verificare attraverso una due diligence che avrebbe richiesto tempi lunghissimi e una collaborazione della proprietà che risultava di fatto irrintracciabile. Anche i percorsi della ‘composizione negoziata della crisi’ e del ‘concordato preventivo’, analizzati dai nostri professionisti di concerto con il revisore della società Lucchese 1905 e con gli esperti di diritto fallimentare, sono stati scartati per ragioni di tempo, di opportunità e soprattutto perchè – quella più percorribile delle due, ovvero la ‘composizione negoziata della crisi’ – avrebbe necessariamente previsto il coinvolgimento dell’imprenditore in pectore che, come detto, non era auspicabile. Il giudice ha disposto il rinvio nel corso della prima udienza del 13 maggio anche, suppongo, per consentire di arrivare allo spareggio salvezza con una certa “tranquillità”, congelando la situazione; ma soprattutto perchè sarebbe stato decisivo conoscere l’esito della partita per capire se ci saremmo trovati di fronti al tentativo di salvataggio di una squadra di serie C o meno, con tutte le conseguenze che ne sarebbero derivate nell’uno e nell’altro caso. La squadra in campo ha sfornato la prestazione cui tutti abbiamo assistito ed è andata come abbiamo visto, così si è avverata la prima delle due condizioni che avevamo posto al giudice nella nostra manifestazione di interesse esplorativo che tale era e niente di più (al contrario di quanto ho letto nei giorni scorsi da più parti), anche perchè – come detto sopra – ci mancavano ancora tutti quegli elementi che, aldilà della passione sportiva da tifoso da ex tesserato della Lucchese Libertas (settore giovanile), ci potessero consentire di fare una valutazione imprenditoriale che è inevitabile per organizzare un piano industriale che sia sostenibile e in grado di assicurare solidità e continuità al progetto sportivo. Siamo così arrivati all’udienza del 21 e con nostra sorpresa si è presentato il Sig. Mancini, in collegamento da remoto, assieme al proprio legale, il quale ha da subito manifestato la richiesta di una settimana di tempo per poter onorare tutti gli impegni pregressi e futuri, adducendo di non essere stato messo nella condizione di farlo sino ad allora. Tutte le altre parti coinvolte hanno inteso queste affermazioni di Mancini come poco attendibili giacché in linea con quelle fatte in tutti i mesi precedenti e mai onorate, confermando le ipotesi di un probabile intento di portare la squadra alla non iscrizione in serie C e la società, inevitabilmente, al fallimento”.
“Siamo così arrivati a queste ore, nelle quali la situazione si è finalmente palesata: oltre alla penalizzazione di 14 punti che già di per sè è elemento fortemente ostativo, ad oggi (27 maggio) ancora non abbiamo ricevuto un documento chiaro, completo e aggiornato della esposizione debitoria, ma ci è stato detto verbalmente che – diversamente da quanto ci era stato comunicato sino al giorno dell’udienza del 21 – sono risultati debiti sportivi per oltre 2 o 3 volte maggiori di quelli che sino a qualche giorno fa ci erano stati dichiarati. Se così fosse confermato si tratterebbe di una somma che scombina i piani e le condizioni che avevamo posto e che sono state messe per scritte in una mail scambiata con l’amministrazione diversi giorni fa. Oltre a questo abbiamo interpellato, nelle scorse settimane, diversi potenziali sponsor per capire su che tipo di sostegno avremmo potuto contare per supportare la società nella gestione, post acquisizione; e pur avendo incontrato molte disponibilità verbali, una delle condizioni che il nostro gruppo e la nostra policy ci impone è quella di ottenere degli impegni formali, per i quali non ci sono state risposte concrete e fattive, anche per il rapido evolversi delle cose e per i tempi troppo stretti. L’insieme di tutte queste ragioni ci porta nostro malgrado a ritenere improbabile che si possa riuscire in questa impresa, per quanto ci proveremo fino in fondo. Tengo a chiarire altresì che le foto che mi ritraggono con la maglia rossonera tra le mani, sono riferite a due anni fa per l’occasione della conferenza stampa di presentazione dello sponsor, mentre molti tifosi hanno immaginato – leggendo i social – riferirsi a questi giorni, alimentando delle speranze che se è doveroso non vengano spente, e che io stesso condivido, giammai vorrei si tramutassero in illusioni, essendo – il confine tra le due – molto sottile. Da lucchese, tifoso ed ex tesserato mi sono speso per riuscire nell’impresa. Da imprenditore, che gestisce un’azienda di circa 1000 persone e relative famiglie, oltre la mia, devo muovermi con la consapevolezza che dal calcio non si guadagna, ma nemmeno si deve rischiare di compromettere quanto si è costruito in anni di attività e soprattutto si deve parlare con chiarezza e dare a Lucca un progetto sportivo che sia serio, sostenibile e che garantisca continuità”.
“Se ciò non dovesse essere possibile potremo dire “grazie” a chi ha creato questa situazione surreale, ma che purtroppo è effettiva, ed è il risultato di due anni di cattiva gestione.
Personalmente sono riconoscente verso chi come noi e il sindaco Mario Pardini con il proprio staff, non ha mai abbondato la Lucchese e sta tentando di tutto per salvarla, mettendoci – nostro malgrado – la faccia. Concludo facendo ancora i miei complimenti non solo per il risultato del campo, ma anche per la testimonianza di valori ormai rari quali dignità, serietà e abnegazione che il mister e i suoi ragazzi hanno dimostrato in questi mesi culminati con l’ultima partita e con loro anche tutti i dirigenti e i dipendenti che sono rimasti a bordo, senza stipendio, fino all’ultimo minuto”.