L’appuntamento è da giovedì 2 a domenica 5 ottobre 2025, tra la Chiesa di San Francesco, Palazzo Ducale, l’Orto Botanico, Auditorium del Suffragio e la Libreria Civica Agorà.

La presidente della Società Astronomica Italiana Patrizia Caraveo, lo scrittore spagnolo Javier Cercas, l’economista Carlo Cottarelli, ma anche la scrittrice e giornalista inglese Lucy Jones. Sono questi i primi nomi annunciati della quarta edizione di Pianeta Terra Festival, che si svolgerà da giovedì 2 a domenica 5 ottobre con oltre 90 eventi distribuiti in vari punti del centro storico di Lucca: dalla Chiesa di San Francesco a Palazzo Ducale; dall’Orto Botanico all’Auditorium del Suffragio. Diretto da Stefano Mancuso, ideato e organizzato da Editori Laterza e promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, il titolo di questa edizione sarà “Sistemi instabili”, indagando vari aspetti del nostro tempo, come il riscaldamento globale, la questione energetica e l’instabilità politica, geopolitica, economica ed esistenziale.
Tante anche le collaborazione al festival, tra le quali quella con la Scuola IMT Alti Studi di Lucca, l’Università di Pisa e la Fondazione Campus.
“Possiamo considerare la Terra come un sistema intrinsecamente instabile in cui ogni modifica delle condizioni iniziali, per quanto minima, può avere conseguenze enormi sul suo futuro. Quando le modifiche non sono affatto minime ma sostanziali, come l’aumento della temperatura media di 1,5 °C, in una manciata di anni, prevedere come sarà il futuro del nostro pianeta diventa del tutto impossibile” dichiara il direttore del Festival, Stefano Mancuso. “Nessuno può sapere che cosa accadrà e chi si azzarda a fare previsioni – cosa, comunque, mai prudente da fare – ha le stesse probabilità di azzeccarle di un indovino o oracolo dei tempi passati. Si tratta di una nuova normalità in cui cose prima inimmaginabili diventano comuni. Dovremo abituarci e iniziare a capire come navigare in un mondo che non riusciamo più a leggere”.
Nei giorni del Festival, s’imbarcheranno in questa navigazione ospiti nazionali e internazionali attraverso confronti diretti, lectio, incontri, interviste, spettacoli. Oltre 90 eventi in quattro giorni da passare insieme a scienziati, filosofi, psicoanalisti, economisti, esperti di geopolitica, scrittori, giornalisti e artisti. Con loro indagheremo le fragilità del nostro tempo: il riscaldamento globale, i fenomeni meteorologici estremi, la trasformazione dei paesaggi, la questione energetica, l’instabilità politica, geopolitica, economica e anche esistenziale. Tra i primi nomi annunciati: l’astrofisica Patrizia Caraveo, presidente della Società Astronomica Italiana; lo scrittore e saggista spagnolo Javier Cercas, tra le voci più influenti della narrativa europea contemporanea; l’attore e scrittore Giuseppe Cederna; l’economista Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiano; la scrittrice e giornalista inglese Lucy Jones, esperta di scienza ed ecologia; la climatologa Elisa Palazzi, docente all’Università di Torino e ricercatrice del CNR; il saggista e divulgatore scientifico statunitense David Quammen; il geografo Mauro Varotto, professore all’Università di Padova e studioso di geografie ambientali.
“Mai come ora abbiamo bisogno di una pluralità di voci e delle più diverse competenze – dice Giuseppe Laterza – solo così possiamo sperare di affrontare i problemi provenienti da scenari inediti”. “Il Pianeta Terra Festival – dichiara Massimo Marsili, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca – è giunto alla quarta edizione e conferma l’obiettivo che la Fondazione si attendeva al momento della sua ideazione: dotare Lucca di un evento di alto profilo culturale e scientifico su un argomento di forte attenzione per le persone, per il sistema delle imprese e per le istituzioni pubbliche con un’ampia partecipazione della città e del territorio. L’instabilità dei sistemi non è un tratto lontano. Le trasformazioni geopolitiche, i cambiamenti climatici, la fluidità del mutamento sociale sono fenomeni leggibili e riscontrabili anche intorno a noi. Comprenderli e interpretarli è un atto di responsabilità che il Festival ci aiuta a compiere per rispondere costruendo e non subirne passivamente gli effetti”.