CAPANNORI - LUCCA - Tutto è partito intorno alle 22,45 a Tassignano. I carabinieri hanno inseguito l'auto fino allo scontro con un'altra vettura a San Filippo: due, in fuga a piedi nei campi, sono stati bloccati dai carabinieri, che hanno utilizzato il Taser. Uno è riuscito a scappare ed è ricercato.
L’alt dei carabinieri ignorato, la folle fuga con inseguimento lungo la Romana, un frontale con un‘altra auto nei pressi del San Luca e poi il fuggifuggi a piedi nei campi. Sembra una scena da film, ma l’episodio è avvenuto davvero.
Tutto è partito intorno alle 22,45, quando una pattuglia dei Carabinieri di Capannori, impegnata nei controlli a Tassignano, ha intercettato una Cupra con la targa che risultava essere coinvolta in furti in appartamento e ad attività commerciali. A bordo dell’auto c’erano tre uomini che, appena hanno visto i Carabinieri, hanno subito fatto partire la loro fuga che ha innescato un inseguimento a sirene spiegate. Dopo diversi chilometri di tallonamento ad alta velocità, da Capannori fino alle porte di Lucca, i fuggitivi, dopo un’inversione, si sono diretti verso San Filippo e in via Sciortino, per evitare una pattuglia dei Carabinieri che aveva bloccato la carreggiata, hanno provato a cambiare la corsia di marcia andando così a scontrarsi, con un frontale, con una Renault Clio. Ma nemmeno l’incidente ha fermato i tre uomini, che sono scesi dall’auto e hanno continuato la loro fuga a piedi tra i campi. Due di loro però sono stati beccati dalle forze dell’ordine, che hanno anche usato il Taser. Uno, invece, è riuscito a scappare ed è attualmente ricercato.
Sul posto, oltre a Carabinieri e Polizia, è intervenuta anche un’ambulanza per soccorrere il conducente della vettura che è stata colpita in un frontale dai fuggiaschi: è rimasto ferito ed è stato ricoverato al San Luca. Dalle prime verifiche, è emerso che la vettura usata dai 3 soggetti aveva anche una targa falsa. I due soggetti fermati, risultati avere diversi precedenti di polizia per reati contro il patrimonio, al momento del fermo calzavano guanti, e, dopo essere stati messi in sicurezza, venivano trasferiti presso la sede dell’Arma di Cortile degli Svizzeri e dichiarati in arresto per resistenza a Pubblico Ufficiale e falsità materiale commessa dal privato. Quindi, posti a disposizione dell’autorità giudiziaria competente.