ALTOPASCIO - CASTELFRANCO - Già installato (ma non ancora funzionante) il nuovo impianto nel territorio comunale di Castelfranco, nella zona della Galeotta, posta proprio al confine con Altopascio. La cittadina del Tau non ci sta e fa ricorso al Presidente della Repubblica.

Nuova antenna all’ingresso della via Francigena, è scontro tra i Comuni di Altopascio e Castelfranco. Il nuovo impianto di telefonia mobile non è ancora funzionate ma è già stato installato nel territorio comunale di Castelfranco, nella zona della Galeotta, posta proprio al confine con la cittadina del Tau, che però è contraria all’installazione dell’antenna della discordia e per bloccare il progetto ha fatto ricorso al Presidente della Repubblica.
Il vicesindaco di Altopascio Daniel Toci respinge al mittente le accuse dell’assessore all’ambiente di Castelfranco Nicola Sgueo, sottolineando che il ricorso del Comune è stato presentato nei termini di legge e che ha motivazioni solide. Dall’altra parte però il Comune di Castelfranco afferma di aver informato Altopascio e di aver operato, a sua volta, in termini di legge, aggiungendo che il ricorso altopascese è dettato solamente da logiche politiche. Adesso la palla passa al Tar.
L’affondo del Comune di Castelfranco
“Il comune di Altopascio impugna il regolamento della telefonia mobile di Castelfranco davanti alla giustizia amministrativa. Motivo del contendere tra i due enti comunali, l’area per l’installazione di antenne per la telefonia situata al confine tra Altopascio e Castelfranco nella zona della Galeotta, nel territorio comunale di Castelfranco. Un’impugnazione che per altro, da parte dell’amministrazione comunale lucchese arriva in modo tardivo, dopo che ne erano decorsi i termini legali, tanto che invece di appellarsi al tribunale amministrativo regionale, il comune di Altopascio è stato costretto ad impugnare davanti al Consiglio di Stato, con un appello al presidente della Repubblica. Tutto questo per dire che non solo il comune di Altopascio non si era preoccupato di esprimersi a suo tempo, quanto gli uffici comunali di Castelfranco gli aveva notificato l’imminente adozione dell’aggiornamento del regolamento della telefonia mobile, ma ha anche lasciato decorrere i termini per una regolare impugnazione davanti al tribunale amministrativo, motivo per cui il ricorso al consiglio di Stato ora è stato riassegnato al Tar della Toscana e sarà dibattuto, intanto per decidere nel suo aspetto sospensivo, ai primi di settembre. L’oggetto dell’impugnazione è semplice. Il comune di Castelfranco nel 2024 riceve da due operatori telefonici la richiesta di individuare nuove aree per impiantare tralicci per la ripetizione del segnale della telefonia mobile. Il consiglio comunale a fine 2024 approva un aggiornamento del regolamento, in primo luogo per scongiurare che le compagnie telefoniche possano muoversi in autonomia. Con l’aggiornamento del regolamento della telefonia mobile si individuano due nuove aree, dove gli operatori potranno andare a impiantare antenne. Un aggiornamento, che se da un lato va incontro alle richieste degli operatori, dall’altro evita una condizione di “anarchia” e tutela la salute pubblica dei cittadini, cercando di fare coesistere due elementi del diritto: gli interessi delle compagnie telefoniche e i diritti dei cittadini. Alla fine spuntano due nuove aree e una di queste è quella al confine con il comune di Altopascio. Il comune approva l’aggiornamento del piano delle antenne con tutti gli adempimenti di legge tra cui la comunicazione ai comuni confinanti. Fino alla fine di giugno 2025 tutto tace, quando improvvisamente il comune di Altopascio propone questo appello al presidente della Repubblica. Altopascio contesta a Castelfranco di avere proceduto ad adottare il regolamento, con una delibera di consiglio comunale, senza essere passato da un procedimento aggravato, ovvero una valutazione ambientale strategica che prevede anche una conferenza dei servizi. Un iter lungo e assolutamente costoso per il comune, soprattutto in questo caso dove si va a implementare il regolamento di sole due aree. Quindi Castelfranco nel 2024 ha optato per procedere con un procedimento semplificato, più snello e più rapido come consentito dalla legge. Non solo, Altopascio contesta anche il fatto che nella zona vicina a quella individuata da Castelfranco alla Galeotta vi fosse a circa 230 metri un altro traliccio, che insiste nel comune di Altopascio che avrebbe potuto servire anche quell’area del comune di Castelfranco. Però gli studi condotti dall’azienda incaricata di sviluppare l’aggiornamento del piano delle antenne della telefonia mobile, con tanto di simulazioni, dicono che quel sito non avrebbe soddisfatto le richieste di un operatore che a quel punto avrebbe potuto operare liberamente, in modo incontrollato e andando a impiantare un traliccio, la dove avesse trovato spazio. In questo modo si è invece individuata un’area lontano dalle case e che non mette, anche se il danno da oggi è solo ipotetico, a repentaglio la salute delle persone. Insomma Castelfranco ha operato nei termini di legge e con il criterio di far coesistere pacificamente gli interessi di tutti compagnie telefoniche e cittadini in primo luogo, per altro quell’antenna verrà a sorgere in un’area in cui anche sul versante altopascese insistono principalmente attività produttive ed esercizi e non zone residenziali”.
“L’impugnazione inoltre riporta una serie di questioni non pertinenti alla telefonia mobile e assolutamente riferite a tempi passati, con fatti che non riguardano l’amministrazione Mini, danno l’indizio di una decisione molto politica e molto poco tecnica in merito a questa impugnazione dove si legge: ‘Negli ultimi anni, il comune di Castelfranco di Sotto ha intrapreso una politica di espansione urbana del tutto opinabile, evidentemente volta a minimizzare gli impatti negativi di certe urbanizzazioni per gli abitanti di Castelfranco di Sotto, a discapito però di quelli di Altopascio. Ha così localizzato sempre di più gli edifici più impattanti per il tessuto urbano (come i capannoni industriali, le strutture logistiche, i parcheggi per i mezzi pesanti, etc.) al confine con il Comune ricorrente, dunque lontano dal proprio centro abitato, ma in prossimità di quello di Altopascio. Ancora prima di entrare nella questione puramente giuridica – spiega infatti l’assessore all’ambiente del comune di Castelfranco di Sotto, Nicola Sgueo – già da queste parole si capisce che Altopascio ha introdotto, aspetti non pertinenti alla questione della telefonia mobile e che hanno il sapore di chi va cercando pretesti per andare a litigare. In questo senso sposo pienamente il parere dei nostri tecnici che dicono nelle loro controdeduzioni: ‘Appare che il tema dell’antenna sia piuttosto un elemento secondario di una più ampia recriminazione sulle scelte urbanistiche del Comune di Castelfranco di Sotto’. Una serie di questioni – continua Sgueo – inopportune in questo contesto e comunque derivanti da scelte, ad esempio urbanistiche, fatte legittimamente dall’amministrazione comunale di centrosinistra di Castelfranco di Sotto che ci ha preceduti, che qui non hanno ragione di essere riportate in questo ricorso. Tutto questo mi fa pensare che via sia da parte degli amministratori comunali di Altopascio un atteggiamento ritorsivo, perché noi a differenza di quanto fatto in passato, abbiamo deciso di riportare i rapporti tra i due municipi nel solco del diritto di fatto, più che in quello dei rapporti politici, su varie questioni, non ultima la gestione della variante di Valico, che merita ricordarlo è una strada a servizio di Altopascio, che però passa sul territorio di Castelfranco di sotto. Ora se il comune di Altopascio – dice ancora Sgueo – intende affrontare i rapporti con Castelfranco, perché non più di un colore politico omogeneo al loro, in questi termini, temo che spesso dovremo rivolgerci alla giustizia amministrativa invece che al buon senso, perché noi siamo stati eletti per tutelare gli interesse legittimi dei nostri cittadini e gli amministratori di Altopascio farebbero bene a fare lo stesso verso i loro, invece di sprecare risorse dei contribuenti e tempo in ricorsi giuridicamente poco fondati, solo perché oggi a Castelfranco governa il centrodestra. Noi siamo sicuri del buon operato dei nostri uffici e della legittimità delle scelte politiche fatte sul regolamento della telefonia mobile, ora vedremo cosa deciderà i Tar, ma non dubitiamo che rigetterà il ricorso. Anche perché se così non fosse in quell’area del comune di Castelfranco si verrebbe a creare una situazione di deregolamentazione in materia di antenne della telefonia mobile, di cui alla fine pagherebbero lo scotto i cittadini di Castelfranco, ma anche quelli di Altopascio, visto che le onde elettromagnetiche non tengono certo conto dei confini amministrativi”.
La replica del Comune di Altopascio
“Tempi rispettati e motivazioni solide: la nostra unica linea guida è la tutela del territorio e dei cittadini”. Così Daniel Toci, vicesindaco del Comune di Altopascio, interviene per chiarire la posizione dell’amministrazione D’Ambrosio, replicando alle dichiarazioni del Comune di Castelfranco di Sotto sul ricorso presentato dalla cittadina del Tau nei confronti del regolamento della telefonia mobile approvato a febbraio 2025 dal comune confinante: regolamento che ha reso possibile l’installazione di un’antenna in un terreno confinante con il territorio altopascese, a pochi metri di distanza da un’antenna già esistente, nella zona della Galeotta. Il tutto senza che l’amministrazione di Castelfranco di Sotto abbia informato quella altopascese.
“L’amministrazione di Castelfranco parla di impugnazione tardiva. Falso. Il nostro ricorso è stato presentato entro 120 giorni dall’approvazione della delibera, quindi perfettamente nei termini di legge – commenta Toci -. Il Comune di Castelfranco sostiene di averci notificato l’imminente aggiornamento del regolamento antenne. Anche questo è falso: la comunicazione ricevuta parlava soltanto dell’arrivo di un’istanza da parte di un gestore, senza alcun riferimento alla volontà del Comune di rivedere il programma delle aree destinate alla telefonia mobile”.
“La procedura di verifica di assoggettabilità a VAS non è un ‘iter aggravato, lungo e costoso’ come viene descritto, ma un passaggio previsto dalla legge, obbligatorio per piani e programmi, a tutela dei cittadini e del territorio. In questo caso non è stato svolto – aggiunge -. L’antenna in questione, posta proprio all’ingresso della Via Francigena, oltre a deturpare il paesaggio, si colloca peraltro a soli 80 metri dalle abitazioni presenti. Il Comune di Castelfranco ha dunque preferito autorizzare un nuovo impianto in un’area agricola privata, piuttosto che imporre all’operatore l’utilizzo di un’antenna già esistente nel Comune di Altopascio, collocata interamente in una zona industriale”.
“Nel ricorso abbiamo anche rappresentato una questione di fondo: negli anni, Castelfranco ha localizzato sul confine con Altopascio insediamenti ad alto impatto urbanistico e ambientale, il cui peso ricade interamente sul nostro territorio – aggiunge Toci -. Lo avevamo già evidenziato alla precedente amministrazione con una specifica osservazione al loro piano strutturale. Ci viene imputato di aver agito per ragioni politiche: qui, però, gli unici che hanno tirato fuori il tema politico sono gli amministratori di Castelfranco di Sotto, non è che magari sono loro a volerla mettere su quel piano? Nei rapporti di buon vicinato rientrerebbe anche la volontà di parlarsi e di trovare soluzioni comuni per il bene dei cittadini e del territorio: in questo caso è stato fatto tutto sulla testa di Altopascio, senza che Altopascio sia stata presa in considerazione nel processo decisionale. Respingiamo quindi al mittente questo vittimismo strumentale, visto tra l’altro che parliamo di un impianto che non avrà pressoché alcuna utilità per le frazioni di Villa Campanile e Orentano ma servirà piuttosto il nostro territorio. Il gestore si è appoggiato all’avallo dell’amministrazione confinante alla nostra, per realizzare l’antenna a pochi metri dal confine comunale in modo da eludere le prescrizioni e gli oneri previsti dal regolamento di Altopascio. Noi ci appelliamo al giudice per fare chiarezza: per noi era un dovere agire e chiarire questa faccenda, nell’interesse dei cittadini che rappresentiamo e che tuteliamo”.