TOSCANA NORD-OVEST - Nei pronti soccorso dell'Asl Toscana Nord-Ovest sono entrate 506 donne.

Nel 2024 sono state 679 le persone che hanno avuto accesso al Codice rosa – il percorso del Sistema Sanitario Regionale riservato a tutte le persone vittime di violenza, donne, bambini e persone discriminate – attraverso i pronto soccorso dell’Azienda USL Toscana Nord Ovest. Di questo numero, 506 sono state donne (il 75%).
“Il numero è alto ma, considerando che la violenza è un fenomeno molto più diffuso di quanto si pensi, per lo più sommerso, può anche essere il segno positivo che emerge di più – dice Rosa Maranto, responsabile del percorso Codice Rosa dell’Azienda USL Toscana nord ovest. Le donne continuano ad essere le principali vittime di violenza, in particolare di quella domestica, subiscono abusi per mano di padri, partner, fratelli, figli, ex mariti o ex fidanzati, persone con le quali avevano o hanno un legame affettivo. La violenza riguarda tutte le età e tutte le fasce sociali”.
“I dati raccontano che il 70% di chi accede al Codice rosa è di nazionalità italiana, il 93% riferisce maltrattamenti e il 7% abusi sessuali – specifica Maranto – un caso su dieci riguarda una persona minorenne (l’11%). Nessuna fascia di età è risparmiata: si va da bambini che hanno meno di un anno (2 casi) fino alle persone con oltre 70 anni (30 casi)”. “Nei consultori la situazione è la stessa. Ogni anno i casi in cui viene attivato un percorso relativo la violenza sono circa 700. Dati a cui vanno aggiunti quelli degli interventi di prevenzione svolti a sostegno della genitorialità e delle famiglie in situazione di vulnerabilità e alla fascia giovanile, nonché gli interventi di sensibilizzazione verso la popolazione”.
“Come ASL – aggiunge la responsabile – mettiamo in campo una serie di interventi di prevenzione, di intercettazione delle situazioni latenti e di presa in carico. Ci muoviamo in raccordo con le reti antiviolenza territoriali e sono coinvolti tutti i servizi, in particolare l’emergenza-urgenza, il materno infantile, i consultori, il servizio sociale. Ogni anno viene svolta un’intensa attività di formazione degli operatori”. “La violenza contro le donne, e nei confronti di tutte le persone che la subiscono – conclude Maranto – non è solo un problema sociale che riguarda tutti noi, ma è un vero e proprio problema di salute pubblica. Chi subisce violenza ha una probabilità molto più alta di incorrere in un problema di salute rispetto agli altri, con conseguenze fisiche e psicologiche che possono essere devastanti”. “L’appello che faccio è quello di non voltarsi dall’altra parte e di rompere la solitudine e l’isolamento: Il solo poterne parlare può essere il primo passo per uscire dalla spirale della violenza. E in ogni contesto sanitario ci sono la sensibilità, la professionalità e le capacità per essere accolti ed essere aiutati”.
