“Volevo fermarlo, non provocare la sua morte”

“Volevo fermarlo, non provocare la sua morte”

Cinzia Chiappini

di Cinzia Chiappini

Lucca - Parola di Cinzia Dal Pino l’imprenditrice balneare che deve rispondere di omicidio aggravato per aver investito e ucciso su un marciapiede di via Coppino l’uomo che l’aveva borseggiata. “Non mi sono resa conto di aver fatto un danno così grave”

“L’ho seguito per recuperare la borsa e quando l’ho visto camminare sul marciapiede, ho cercato di spingerlo per farlo cadere. Dopo il primo colpo si è rialzato ed è venuto verso di me. Ho pensato potesse farmi del male e così ho cercato di bloccarlo”: sono le parole esatte che ha usato davanti alla Corte d’Assise del Tribunale di Lucca, Cinzia Dal Pino per ricostruire il momento in cui, la notte tra l’8 e il 9 settembre 2024, investì e uccise a bordo del suo suv Nourdine Mezgoui, il 52enne marocchino che poco prima le aveva rubato la borsa. Un racconto che per ammissione stessa della donna, imputata per omicidio aggravato dai futili motivi, non è preciso perché “ero in uno stato di terrore e dunque non ricordo la dinamica esatta”. La ricostruzione di Dal Pino si limita infatti a due investimenti. In realtà, come documentato con grande precisione dalle telecamere di videosorveglianza della zona, i colpi inferti dall’auto all’uomo sono stati quattro. Di una cosa la donna però è certa: “Non volevo provocare quello che ho provocato, volevo solo fermarlo e recuperare la borsa” ha dichiarato a più riprese, per poi aggiungere. “Non ho mai avuto la percezione di aver fatto un danno così grave. Pensavo che al massimo potesse avere qualche ferita alle gambe. Quando mi sono allontanata, lui era seduto a terra e si muoveva” ha detto Dal Pino ammettendo di “aver sminuito la situazione” e di non aver mai nemmeno pensato di chiamare i soccorsi, convinta che “l’uomo fosse eventualmente in grado di farlo da solo”. Una convinzione rimasta intatta anche al momento del rientro a casa dopo aver visto i danni, non lievi, all’auto e ancora il giorno successivo. “Alla notizia della morte di un uomo per infarto in via Coppino ho pensato che fosse deceduto per la paura non per quello che avevo fatto io” ha precisato Dal Pino. Di qui la decisione di recarsi non dalle forze dell’ordine ma alla Chiesa di Santa Rita. “Ho pregato per me e per lui” ha dichiarato alla Corte, per la prima volta con la voce rotta da un accenno di pianto. E dopo aver ricordato che proprio in quella Chiesa è stata raggiunta e arrestata dalla forze dell’ordine Cinzia Dal Pino ha concluso: “Mi dispiace di non aver mai chiesto scusa, nemmeno alla famiglia. Non l’ho fatto per non alimentare il clamore mediatico” ha detto.