Al Museo Athena apre una nuova sezione dedicata all’epigrafia

Al Museo Athena apre una nuova sezione dedicata all’epigrafia

Guido Casotti -

di Guido Casotti -

CAPANNORI - Al Museo Athena è stata aperta una nuova sezione dedicata all'epigrafia latina del territorio di Capannori. Il nuovo percorso museale è stato inaugurato venerdì pomeriggio e ruota intorno all'acquisizione di uno dei più importanti documenti epigrafici del territorio lucchese, la cosiddetta 'stele dei Laronii'.

Il Museo Athena di via Carlo Piaggia a Capannori si arricchisce di nuovi e importanti documenti storici. Venerdì pomeriggio è stata infatti inaugurata la sezione dedicata all’epigrafia latina del territorio di Capannori. L’inaugurazione si inserisce nella cornice delle ‘Notti dell’Archeologia’ patrocinate dalla Regione Toscana ed è stata introdotta da una conferenza di Giulio Ciampoltrini, archeologo responsabile della zona archeologica di Lucca, il quale ha iillustrato e commentato direttamente il percorso espositivo. Sono intervenuti anche il vice-sindaco con delega alla cultura, Silvia Amadei, il direttore del museo, Alessandro Giannoni e il presidente del GAC, Mauro Lazzaroni. L’esposizione, è stata realizzata in collaborazione con il GAC e suggella l’acquisizione al museo di uno dei più importanti documenti epigrafici del territorio lucchese, la cosiddetta ‘stele dei Laronii’, rinvenuta nel 1954 a Castelvecchio di Compito, trasferita a Porcari nel 2004 nel quadro del Progetto delle Cento Fattorie e finalmente trasferita nell’aprile del 2017 a Capannori, grazie alla collaborazione tra i Comuni di Porcari e Capannori e la Soprintendenza, per una definitiva collocazione nel museo Athena. Si tratta complessivamente di cinque documenti epigrafici, tutti riferibili all’ambito funerario, i cui testi incisi nella pietra parlano di altrettante storie di persone e di famiglie realmente esistite, che ci restituiscono uno spaccato della società romana della piana di Lucca del I secolo d.C.; ma soprattutto aprono veri e propri squarci nella vita privata, talvolta addirittura nell’intimità, di persone che hanno vissuto quasi duemila anni fa sul territorio, come solo questa particolare tipologia di reperti riesce a fare.