Il caro gasolio ferma i pescherecci

Il caro gasolio ferma i pescherecci

Massimo Mazzolini

di Massimo Mazzolini

VIAREGGIO - Acque sempre più agitate tra i pescatori della nostra zona. L’impennata del costo del gasolio rischia di costringere molte imbarcazioni a restare in banchina favorendo le importazioni di pesce straniero. A dirlo è Impresapesca Coldiretti Toscana sulla base di un monitoraggio sui costi medi che gravano sui pescherecci a causa dell’aumento del costo del gasolio che in un anno è aumentato del 60%.

L’aumento del gasolio agevolato si sta abbattendo come una tempesta sull’attività dei pescherecci già duramente limitati dalla riduzione delle giornate di pesca.
La flotta toscana è composta da poco più di 500 imbarcazioni, una su cinque è specializzata nella pesca a strascico, la più penalizzata dagli aumenti dovendo coprire grandi distanze e da sola vale una produzione annuale di 3 tonnellate di pesce, 25 milioni di euro di fatturato, pari a quasi il 65% dell’intero fatturato toscana. “Con gli attuali ricavi la maggior parte delle imprese di pesca – spiega Impresapesca Coldiretti Toscana – non riesce a coprire nemmeno i costi del carburante oltre alle altre voci che gli armatori devono sostenere per la normale attività. Di questo passo uscire in mare non sarà economicamente sostenibile”.