Operazione lavoro pulito, le fiamme gialle sequestrano 2,5 milioni

Operazione lavoro pulito, le fiamme gialle sequestrano 2,5 milioni

Cinzia Chiappini

di Cinzia Chiappini

LUCCA - Sequestro milionario ai danni di due coniugi accusati di aver messo in piedi, attraverso cooperative e società della piana di Lucca, un sistema di evasione dei contributi per oltre 3 milioni di euro. 11 le persone coinvolte.

“Truffa a danno dello Stato”, “Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche”, “Sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte”, “Tentata estorsione”, “Violenza privata” e “Violazione della libertà e dignità del lavoratore”. Sono questi i reati contestati a 11 persone e 9 società che operavano nel settore delle pulizie nel territorio della piana di Lucca. L’operazione, avviata a fine 2021 e battezzata “Lavoro Pulito”, è stata condotta dal comando provinciale della Guardia di Finanza in collaborazione con l’Ispettorato del Lavoro su disposizione del G.I.P. del Tribunale di Lucca e ha portato al sequestro preventivo di oltre 2,5 milioni euro e all’interdizione per un anno dall’esercizio di qualsiasi carica societaria, nei confronti di due coniugi. Secondo gli inquirenti la coppia aveva messo in piedi un collaudato sistema di frode finalizzato all’evasione dei contributi previdenziali ed assistenziali attraverso l’emissione di fatture false tra imprese del gruppo e imprese terze, per celare il distacco di manodopera. Non solo. Le cooperative avrebbero ottenuto illegalmente i fondi di integrazione per il covid di cui avrebbero beneficiato anche i parenti della coppia i quali, pur senza aver mai lavorato, risultavano alle dipendenze delle società. Una cinquantina invece i lavoratori effettivi rimasti coinvolti nel meccanismo nell’arco di 5 anni. Secondo l’autorità giudiziaria le società avrebbero accumulato debiti per oltre 3,3 milioni di euro. Nel corso delle perquisizioni è intervenuta anche l’unità cinofila antivaluta del Nucleo Operativo Metropolitano del Corpo di Firenze: proprio grazie ai cani sono stati ritrovati anche 165.000 euro in contanti, in parte custoditi in una cassaforte nascosta in bagno.