Furto di pungitopo in un’azienda agricola del capannorese

Furto di pungitopo in un’azienda agricola del capannorese

Redazione

di Redazione

PIANA DI LUCCA - E’ nuovamente allarme furti nella piana di Lucca. Le quotazioni alle stelle del pungitopo (ruscus aculeatus) è tornata ad essere l’oggetto del desiderio di bande di ladri che negli scorsi giorni, in piena notte, sono tornati a colpire nella zona di San Colombano, nel capannorese (Lu) dove è concentrata una parte importante della produzione ornamentale a livello provinciale.

A denunciare l’episodio è Coldiretti preoccupata per questo nuovo furto che punta a produzioni di grande valore commerciale destinate al mercato nero e alla rivendita su altre “piazze”. “Quello dei furti nelle campagne – spiega Andrea Elmi, Presidente Coldiretti Lucca – non è certo un fenomeno nuovo. La situazione di disagio in cui si trova una fetta crescente della popolazione a causa anche del Covid hanno amplificato questi episodi. Le condizioni di isolamento di queste aziende, lontano dalla abitazioni e prive di recinzioni, hanno facilitato il raid. Ma in questo caso non si troviamo di fronte a ladri di polli ma ad una banda organizzata che minuta di tosa siepi elettrico, quindi meno rumorosa, è intrufolata nei terreni di un’azienda agricola nel cuore della campagna con la sola luce della Luna a favore decapitando quasi 200 metri di produzione di ruscus. Gli steli sono stati tagliati alla base e probabilmente, così come da ricostruzione, caricati su un mezzo. Oltre al danno immediato, anche un danno legato alla ricrescita di questa particolare pianta molto pregiata e ricercata. Per almeno un paio di anni la produzione di questa parte di terreno sarà annullata”.
I furti ai danni di coltivatori e aziende agricole rappresentano una tendenza che negli ultimi anni sta registrando una crescita preoccupante come ha chiaramente evidenziato anche l’ultimo rapporto sui crimini agroalimentari elaborato da Coldiretti e Eurispes. I bersagli dei furti sono tutti quelli pensabili: trattori, abigeato (furto di bestiame), alberi da frutto appena messi a dimora, razzie di frutta e verdura (dai magazzini, ma anche direttamente dagli alberi), prodotti fitosanitari, attrezzature, carburante e rame”. In pratica tutto ciò che è possibile rubare. 

Nella Piana di Lucca non è la prima volta che il ruscus è finito nel mirino dei ladri. Era già accaduto nel 2018 poco prima del periodo di Natale, momento dell’anno in cui il ruscus viene pagato a peso d’oro. L’andamento climatico ha inciso sulle quotazioni del ruscus che oggi viene venduto ad una media chilo tra gli 8,5 ed i 9,5 euro contro una media di 6,50-7,00 euro. “L’azienda ha già fatto denuncia. – fa sapere Elmi – E sta valutando, anche a causa delle particolari condizioni in cui si trova, in una zona isolata, l’impiego di tecnologia per proteggere i terreni da questi fenomeni”. Tutte strategie che non posso fare a meno di un rafforzamento del controllo sul territorio da parte delle forze dell’ordine, in tutti i passaggi della filiera e dalla creazione di una rete di collaborazione fra produttori agricoli e fra questi e le forze dell’ordine.